Del prossimo governo, della questione lavoro e del redditto di cittadinanza

Del prossimo governo, della questione lavoro e del redditto di cittadinanza

Il 4 marzo 2018 i cittadini italiani sono andati a votare per eleggere il nuovo Parlamento.

Dalle elezioni non è venuta fuori nessuna maggioranza e difficilmente si riuscirà a formare un governo stabile. Due partiti però sono sicuramente i vincitori: il Movimento5Stelle e la Lega.

Il primo si è affermato soprattutto nelle regioni del sud con percentuali davvero alte e per certi versi inaspettate. Il secondo ha superato Forza Italia nella coalizione di centrodestra, si è affermato al nord e ha ottenuto percentuali significative nel Mezzogiorno.

Ma noi parliamo di lavoro e non di politica. E di lavoro non se ne è parlato poi così tanto in campagna elettorale. A suscitare maggiore interesse, specie tra Puglia, Campania, Calabria e Sicilia, è il Reddito di cittadinanza, misura proposta dal M5S.

Vediamo di cosa si tratta perché, ovviamente, non parliamo di soldi a pioggia (come qualcuno ha ironizzato) per chi non lavora. E non parliamo di un provvedimento già attivo ma di una proposta che non sappiamo se verrà approvata.

Un punto di partenza: 780 eur0, ovvero la soglia di povertà, calcolata dall’Istat, per nuclei familiari composti da un unico individuo. Quindi un single senza lavoro dovrebbe ricevere questa somma. E un single che lavora ma guadagna meno di questa cifra, dovrebbe ricevere un’integrazione.

Ma quali requisiti bisogna possedere? Eccoli: avere almeno 18 anni, essere disoccupato o inoccupato, oppure percepire un reddito di lavoro o una pensione inferiore alla soglia di povertà (i 780 euro di cui sopra).

E cosa fare se si possiedono questi requisiti: sarà necessario iscriversi ad un Centro per l’Impiego e dichiararsi disponibile a lavorare fin da subito, essere disponibile per progetti comunali utili alla collettività, frequentare corsi di formazione professionale e, soprattutto, accettare uno dei primi tre lavori che verranno offerti.

Non ci occupiamo di coperture, di quanti soldi servirebbero eccetera eccetera ma della proposta che vi abbiamo fin qui raccontato. E vi diamo ancora qualche esempio: una famiglia di tre persone, con genitori disoccupati a reddito zero e figlio maggiorenne a carico dovrebbe ricevere 1560 euro al mese; una coppia di pensionati con pensioni minime da 400 euro ciascuno dovrebbe ricevere altri 370 euro ad integrazione del reddito.

A chiunque toccherà governare l’Italia il compito di fare i conti con l’emergenza lavoro, soprattutto nelle regioni del sud, dove i livelli di disoccupazione sono decisamente preoccupanti.