Estate e storie di ordinario sfruttamento

Estate e storie di ordinario sfruttamento

La bella stagione è sinonimo di caldo, sole e vacanza (per chi può permettersela…). Nello stabilimento tutto equipaggiato che scegliamo con dj, guardaspiagge, baristi c’è però chi lavora e suda per permetterci di fruire al meglio delle ferie tanto attese.

Sono loro, i cosiddetti lavoratori stagionali di cui tanto si è scritto nelle settimane scorse dalla polemica lanciata dal comune di Gabicce fino alle cronache nazionali. Il motivo? Estate 2019, non si trovano lavoratori stagionali.

Dibattiti sulle televisioni e sui media per capire quale sia il problema, perché con tanti posti di lavoro che si presentano (soprattutto da noi al Sud) non ci sia personale disponibile. Tutti sfaticati e fannulloni, facile banalizzare.
Davvero sentiamo ripetere il perché? Chiederselo vuol dire essere al di fuori del mondo.

E allora proviamo a raccontarvelo noi, per punti. Intanto uno spropositato monte ore di lavoro in nero, per proseguire con sistemi di sicurezza sul lavoro del tutto inesistenti. Cos’altro? Beh, soprattutto stipendi da fame per turni massacranti (anche 12/14 ore al giorno).

Abbiamo sentito tante sciocchezze, tante obiezioni del tipo “eh magari sei uno studente, dovresti essere contento di venire pagato 500 euro al mese per non rimanere a casa”. Essere fuori dal mondo, parte seconda.
Il ruolo degli stagionali proprio in virtù di un periodo di impiego limitato e una massima disponibilità dovrebbe essere retribuito più del lavoro ordinario. Pochi mesi di lavoro, indennità di disoccupazione e poi – una volta esaurita la Naspi – tirare la cinghia fino all’arrivo della prossima estate.

E se non bastasse non sono solo i ragazzi ad essere impiegati l’estate, spesso si tratta di professionisti o figure altamente specializzate (basti pensare a tutti i percorsi formativi costosi e qualificati nel settore alberghiero o ristorativo).

Dovremmo pensarci anche quando saremo seduti ad un tavolino, a gustarci un gelato o un granita.
A goderci il nostro meritato riposo, un diritto. A veder lavorare a condizioni dignitose chi ci è accanto, un dovere.

Buona estate